Il Green Man ci invita a riconciliarci con la Natura

Ormai la voce di Papa Francesco è una delle poche voci “ufficiali” che si batte contro il neoliberismo e che riesce a bucare la cappa plumbea del mainstream di regime. 

Qui non c’entra l’essere cattolici o meno. È lo Spirito che si incarna nel nostro Logos che ci fa prendere coscienza dello sfruttamento globale. E della nostra miseria spirituale, del nostro stato di “sonno”. Ciò nonostante avverto, nel panorama spirituale contemporaneo, la presenza di un fiume nuovo che scorre sotto traccia.

Un variegato coro di voci sensibili e sdegnate con idee e fedi diverse, che stanno cercando “qualcosa”, un mondo migliore dentro e fuori di sé, e che vogliono ritrovare la purezza di un cammino spirituale non ipocrita e solo “nominale” ma profondamente operativo e trasformativo. Consapevoli che ognuno di noi è più o meno responsabile di quanto accade. Oggi, simbolicamente, l’abito talare del papa, di colore bianco, simbolo di innocenza, carità e purezza, si tinge del verde intenso della Natura ferita e umiliata.

E la figura del Pontefice sembra un po’ incarnare la misteriosa figura del Green Man presente in centinaia di chiese e cattedrali, compresa la famosissima Cattedrale di Rosslyn in Scozia con i suoi evidenti collegamenti iniziatici. Tale archetipo dovrebbe sempre illuminare la nostra coscienza. L’attenzione nei confronti delle questioni ambientali cresce sempre di più a causa di un sempre più evidente deterioramento del pianeta.

Secondo i vari rapporti ONU sul cambiamento climatico la temperatura media della Terra dovrebbe aumentare da 0,3 a 4,8 gradi centigradi entro il 2100. Fino a qualche anno fa il mondo scientifico era equamente diviso tra quanti ostentavano certezze sulla imprevedibilità del clima e sul fatto che certi fenomeni fossero già accaduti nei secoli scorsi… e gli altri scienziati, quelli seriamente preoccupati per il tracollo climatico del pianeta. Purtroppo i fatti hanno dimostrato che avevano ragione i secondi: ormai gli inquietanti effetti del deterioramento climatico da un bel pezzo sono atterrati nel nostro giardino.

Già nel 2012 il Living Planet Report ci ricordava:

se non cambieremo rapidamente direzione, potrebbe non avere più senso persino parlare di marketing.

Se tutti gli abitanti della terra vivessero adottando lo stile di vita di un americano medio, oggi avremmo bisogno di 5 pianeti per rispondere al nostro fabbisogno. Il vero stile di vita green, non un mistificatorio greenwashing, corrisponde ad un vero e proprio cambiamento di stato. Chiunque senta il richiamo di una visione eco-sostenibile, deve essere disposto ad intraprendere un percorso evolutivo.

Per continuare a crescere e a prosperare, le nostre attività hanno urgentemente bisogno di un quadro di sostenibilità che “adesso” possa gettare le fondamenta di un contesto futuro climaticamente vivibile e duraturo. Non si sfugge: l’economia è un sottosistema della biosfera. Se non cambieremo rapidamente direzione, e già siamo al limite del non ritorno, potrebbe non avere più senso persino parlare di economia e di società. La coscienza ecologica è un tema in cui riflessione spirituale e operatività sociale si compenetrano perfettamente.

L’Uomo Verde, che ci scruta enigmatico e apparentemente inespressivo dietro il fogliame, rappresenta la persona naturale dentro di noi, il “selvaggio” del mondo di mezzo la cui potenza deve essere incessantemente temperata e incanalata verso nobili scopi. La sua collocazione nelle chiese medievali lo pone come testimone della narrazione cosmica. Egli scruta, osserva i simboli e i misteri e ci invita a riconciliare Spirito e Natura, a raccogliere i pezzi smembrati di Osiride, tradizionalmente raffigurato con la pelle verde, per riunire, dentro e fuori di noi, ciò che sembrerebbe sparso in modo ineluttabile: attività e passività, maschile e femminile, cultura e natura.

Per farlo, come sempre, è necessario scendere nel profondo dei nostri abissi, domare le passioni, ritirare le proiezioni distruttive più insane e trasmutare, con il fuoco dell’amore e della conoscenza, i metalli da vili a nobili, la nostra ignoranza in azione virtuosa.

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